Filosofia della comunicazione
La modernità ha trasformato in un dogma l'incomunicabilità del vero. Lo ha fatto senza rendersi conto che con il suo gesto apparentemente sovversivo (il cosiddetto "rovesciamento del platonismo") riproponeva in realtà un'antica aporia platonica dalla cui soluzione Platone faceva invece dipendere la possibilità stessa della filosofia e della giustizia. Attraverso un'originale rilettura di alcuni momenti capitali nella storia del pensiero occidentale dal "Parmenide" al "Sofista" di Platone, dalla metafisica della durata di Bergson all'attualismo di Gentile, dalla teologia speculativa di Cusano al "basso materialismo" di Bataille, dalla linguistica di Jakobson a quella di Benveniste e di Bachtin - Ronchi si interroga sul concetto di comunicazione nella sua triplice accezione metafisica, fisica e pragmatica, facendo dialogare la filosofia teoretica con la storia della filosofia, con l'estetica del modernismo, con le scienze del linguaggio e con l'epistemologia della complessità. Le questioni sollevate sono quelle che inquietano il pensiero contemporaneo: come la verità può comunicarsi senza compromettere la sua natura? In che modo il sapere umano può sottrarsi alla paralizzante alternativa dell'assoluto e del relativo? Che ne è del mondo in cui viviamo se la luce del vero e del bene non risplende più su di esso?